Ciao zio Piero, nel mio immaginario di bambina tu eri il cavaliere alto, fiero e dritto sul suo destriero, eri il cavaliere buono, sempre calmo, sempre sereno. Non ricordo di averti mai visto particolarmente alterato, non ricordo di averti mai sentito urlare, imprecare, sbraitare a sproposito. Eri anche il cavaliere sorridente, simpatico, dalla battuta sempre pronta, ma con un punto di humor britannico, sottile, signorile, mai aggressivo o volgare. Ricordo che mi piaceva anche come pronunciavi la "s", leggermente sibilante, rendeva il tuo modo di parlare ancor più piacevole. Avrei voluto salutarti, sai. Ma non importa, in qualche angolo del tuo cuore spero tu sapessi che ti pensavo spesso. Sappi che Martina è molto brava a pescare e ha già trovato i suoi primi porcini, saresti orgoglioso di lei. Continua a guardarci con il tuo sguardo buono. E riposati, ora puoi farlo, senza dolore, senza affanno.